Resistere. La Firenze indomita che ci piace ricordare!
Min. readingDalla scrivania del nostro hotel di Firenze vicino al Duomo, abbiamo oggi il piacere di condividere con voi alcuni ricordi che riguardano la nostra città, capitale del Rinascimento e di indomita resistenza di fronte agli eventi della storia.
La nostra amata Firenze nasce in un tempo lontanissimo – attorno al 150 a.C. – grazie ai primi insediamenti Etruschi, anche se saranno le legioni di Gaio Giulio Cesare a darle una precisa identità sulle rive dell’Arno, era il 59 a.C.
Dal quel momento Firenze inizia progressivamente una crescita che la vedrà caparbia protagonista della storia della nostra penisola, animata dal carattere dei suoi abitanti, sempre capaci di gettare la mente e il cuore oltre l’ostacolo.
Potremo ora naturalmente elogiare le grazie architettoniche della cupola del Brunelleschi o soffermarci sull’opera illuminata dei Medici, ma desideriamo invece accendere la luce sulla resistenza fiorentina, perché, solo grazie ad essa Firenze esiste come una delle vostre destinazioni preferite.
“Ammiro chi resiste, chi ha fatto del verbo resistere carne, sudore, sangue, e ha dimostrato senza grandi gesti che è possibile vivere, e vivere in piedi anche nei momenti peggiori.” (Luis Sepúlveda)
In tutte le epoche, la storia ha messo alla prova l’uomo: le carestie, le guerre e le malattie hanno fatto da scenario alla vita di tutte le genti, comprese quelle di Firenze, colpita duramente al cuore dalla terribile Peste del 1348.
Ma senza scomodare un avvenimento quasi troppo remoto, ci basta ricordare alcuni accadimenti del secolo scorso. Per esempio, la resistenza del 1917. Senza più cibo e acqua, la nostra città attraversò uno degli inverni più freddi di sempre nel bel mezzo del primo conflitto mondiale: la parola d’ordine fu “resistere e resistere”, malgrado tutto.
Qualche decina di anni dopo, la Seconda Guerra Mondiale e la ritirata dei tedeschi, dopo una sanguinosa guerra partigiana in collaborazione con gli Alleati americani, lasciarono Firenze distrutta e senza più alcun ponte, tranne il celebre Ponte Vecchio.
Come altre città d’Italia, Firenze si trovò a ripartire da zero, sfigurata dalle bombe e con la gravosa indigenza della maggior parte delle famiglie. Resistere prima e ricostruire poi, con l’occhio rivolto verso il futuro.
Se ci voltiamo indietro al 4 novembre del 1966, troviamo Firenze allagata e invasa dal fango. L’Arno straripato a causa delle piogge torrenziali divenne un mostro indomabile che lasciò molti senza più nulla, un lavoro o un’abitazione nella quale trovare riparo e conforto.
Furono l’amore della gente di tutto il mondo per Firenze – come dimenticare gli Angeli del Fango, provenienti da ogni parte del pianeta – e l’indomito spirito dei suoi cittadini a liberare la città dal pantano e a mettere in salvo buona parte del suo patrimonio artistico, consegnando al mondo un esempio di collaborazione e reale resistenza, anche di fronte alle avversità più imprevedibili.
“Vivo nel mondo, Firenze è anche la mia città.”
(Ted Kennedy, senatore americano fratello di John Fitzgerald Kennedy)
Oggi fa piacere ammirare Firenze nel suo splendore e pensare quanta strada si è fatta da quel piccolo insediamento sull’Arno, nascosto tra gli albori del tempo; oggi siamo ancora qui ad ammirare il percorso fatto e condividerlo con tutti voi, cari viaggiatori!
Firenze resiste e guarda al futuro, sogna in grande e si concede a chi la
ama da sempre e non sa fare senza di lei.
Vi aspettiamo all’Hotel Il Guelfo Bianco!