DIALETTO TOSCANO FOR DUMMIES A FIRENZE
Min. readingImpara il dialetto toscano a Firenze: come sopravvivere a una conversazione con un fiorentino.
Lezione #1
Hai già cercato Cosa vedere a Firenze su Google, selezionato i vestiti da mettere in valigia e soprattutto scelto la compagnia migliore per un viaggio indimenticabile in Toscana?
Bene, ora resta solo una cosa da fare prima di partire. Sei pronto per la prima lezione del “Dialetto toscano for dummies a Firenze“. Come sopravvivere a una conversazione con un fiorentino”?
Scopri i modi di dire fiorentini per non farti cogliere impreparato dalla sferzante ironia toscana!
Partiamo da alcune semplici parole per poi passare a vere e proprie espressioni:
BISCHERO (o GRULLO)
È forse il termine più conosciuto e sta a indicare una persona poco furba, ingenua. Usato in maniera scherzosa e nella maggior parte dei casi affettuosi, a seconda dei contesti può però utilizzato in maniera più offensiva. Da bischero deriva bischerata, che assume sia il significato di aver commesso una sciocchezza, che di cosa facilissima da farsi. Non è chiara la sua derivazione: potrebbe provenire o dal nome di un’antica famiglia di Firenze celebre per gli investimenti finanziari sbagliati, o dall’organo genitale maschile, o ancora dal bischero di palude, sempre in continuo ondeggiamento e quindi mosso da ogni piccola ventata. Il modo di dire tipicamente fiorentino? “’Un fare i’ bischero!”
VENVIA
Il termine letteralmente significa “Vieni via” ma nel dialetto fiorentino significa “Ma cosa fai?”, “Ma cosa dici?”.
A Firenze si usa infatti “Oh venvia”.
UGGIA
Una parola quasi poetica, che rappresenta uno stato d’animo che unisce alla noia un sentimento di insofferenza e sottile malumore. I toscani lo esprimono con l’espressione: “Uh, c’ho un uggia oggi…”
CENCIO
Il cencio è lo straccio per pulire il pavimento, dal cui significato deriva un tipico modo di dire toscano: “Cencio che parla male di straccio”, per indicare una persona che sottolinea sempre i difetti altrui senza rendersi conto dei propri. Non confonderti però, il cencio è anche un dolce tipicamente fiorentino! Una prelibatezza, non certo un cencio!
‘GNAMO
Un’esortazione per indicare “andiamo”, utilizzatissima a Firenze e nei dintorni. “’Gnamo, si fa tardi!”. E ora la nostra versione dedicata solo a te: “’Gnamo, un fare i’ bischero, vieni a Firenze!”
ACQUA CHETA LA ROVINA I PONTI
Come l’acqua, nonostante sembri calma, erode i ponti facendo più danni di una piena, allo stesso modo non ci si deve far trarre in inganno solo perché una persona appare a prima vista tranquilla e conciliante.
SENZA LILLERI ‘UN SI LALLERA
Senza soldi non si combina nulla. Il termine lallera fa riferimento in realtà a qualcosa di frivolo, al divertimento, ma il significato si è allargato fino a significare appunto che in mancanza di denaro è impossibile fare molte cose.
UNN’È I’ BERE…L’È I’ RIBERE
Cosa aggiungere? Non è il bere normalmente, è il bere troppo! E a Firenze con i vini toscani la tentazione l’è forte!
FARE A MICCINO
Consumare in piccola quantità: nel migliore delle accezioni fa accezione a una persona parsimoniosa, nella peggiore tirchi! Il termine miccino indica infatti una quantità
GLIE DIACCIO MARMAHO
È freddo come il marmo. Lo sentirai spesso i prossimi mesi a Firenze!
Questo è ciò che devi sapere! Per ulteriori informazioni, sia sul soggiorno che sui nostri modi di dire, contattaci senza esitazioni a info@ilguelfobianco.it!