IL DUOMO DI FIRENZE: La storia dello scorrere del tempo

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La storia dello scorrere del tempo nella cattedrale di Santa Maria del Fiore

Al centro di Firenze, nella controfacciata sopra il portone del Duomo di Santa Maria del Fiore, c’è un grande orologio liturgico che dal 1443 scandisce le ore del giorno e della notte in modo assai diverso da come siamo oggi abituati a leggerle. Pochi conoscono questa peculiarità del Duomo di Firenze, che incuriosisce ancora oggi milioni di turisti e gli stessi fiorentini: visitare la Cattedrale di Santa Maria del Fiore significa entrare nella storia di Firenze e della sua arte alla scoperta di molti misteri.

Questa storia potrebbe intitolarsi ”Il tempo dell’uomo che guarda il tempo di Dio”. Il visitatore che entrando nel Duomo rivolge lo sguardo alle sue spalle, con il naso all’insù, rimarrà stupito nell’osservare le lancette di questo orologio che ruotano da destra verso sinistra (in senso antiorario) e soprattutto sono diverse di stagione in stagione.

Per questo orologio tutto è riferito alla natura ed in modo particolare al levare del sole ed al calare delle tenebre. In qualunque momento si osservi l’orologio, questo segna le ore che sono trascorse dal tramonto a seconda delle stagioni: è l’ora italica.

Per spiegarsi meglio facciamo l’esempio delle ore segnate il 22 novembre quando il sole tramonta alle 17.

Ore 17: le lancette segnano la XXIIII ora – o ora del vespro – quando un tempo venivano chiuse le porte della città e nel contado era l’ora di rientro dai campi.

Ore 18: le lancette segnano l’ora 1 o “ or di notte”, quando, una volta si recitava un requiem per i defunti.

Ore 8: le lancette segnano la XV ora o levar del sole.

Ore 12: siamo alla XVIIII ora o mezzogiorno.

La voce a questo orologio la danno le campane del Campanile di Giotto che fanno sentire i loro rintocchi per sei volte al giorno, scandendo i momenti della giornata a Firenze. Il meccanismo con cui ancora oggi l’orologio scandisce le ore venne realizzato nel 1761 da Giuseppe Bargiacchi, noto orologiaio fiorentino, antenato della nostra famiglia. Chissà se il nostro Giuseppe Bargiacchi immaginava che i suoi discendenti sarebbero diventati i proprietari di un hotel vicino al Duomo di Firenze, proprio a pochi passi da quest’opera.

Ogni volta, guardandolo, fantastichiamo sul suo lavoro che permette da secoli di scandire il tempo degli uomini attraverso quell’orologio che grazie alla sua posizione nel Duomo guarda anche all’Eternità, il tempo di Dio, che troviamo raffigurato nell’affresco del Giudizio Universale iniziato dal Vasari anch’esso situato all’interno del Duomo.